Responsabilità RSPP: facciamo chiarezza
Il tema della responsabilità del RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) genera spesso dubbi tra imprenditori, consulenti e addetti alla sicurezza. Molti si chiedono: l’RSPP può essere considerato penalmente responsabile in caso di infortunio sul lavoro?
In questo articolo analizziamo in modo chiaro e semplice il quadro normativo, i limiti della responsabilità penale e il ruolo effettivo dell’RSPP secondo il D.lgs. 81/2008 e la giurisprudenza italiana.
Chi è l’RSPP e quali sono i suoi compiti
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) è la figura designata dal datore di lavoro per coordinare tutte le attività legate alla sicurezza sul lavoro.
I suoi compiti principali sono:
individuare i fattori di rischio e proporre misure preventive;
collaborare alla redazione del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi);
supportare datore di lavoro e dirigenti nell’organizzazione della sicurezza;
promuovere informazione e formazione dei lavoratori;
partecipare alla riunione periodica sulla sicurezza.
👉 L’RSPP ha un ruolo consultivo e propositivo: non ha poteri decisionali né gestionali, che restano in capo al datore di lavoro.
Responsabilità del RSPP: cosa dice la legge
Secondo il D.lgs. 81/2008, il RSPP non è direttamente responsabile della sicurezza in azienda.
La responsabilità principale resta sempre in capo al datore di lavoro, che è il garante della salute e sicurezza dei lavoratori.
Tuttavia, l’RSPP può essere chiamato in causa se:
fornisce consulenze errate o incomplete;
omette di segnalare rischi evidenti;
non adempie ai propri compiti tecnici previsti dalla legge.
Responsabilità penale del RSPP: i casi della giurisprudenza
La giurisprudenza italiana ha più volte chiarito i confini della responsabilità penale del RSPP.
Alcuni esempi:
Cassazione Penale, Sez. IV, sentenza n. 32195/2010: l’RSPP è stato ritenuto corresponsabile per non aver segnalato la pericolosità di un macchinario, omettendo una valutazione adeguata dei rischi.
Cassazione Penale, Sez. IV, sentenza n. 37861/2014: ribadito che l’RSPP ha un ruolo di consulente tecnico e che la responsabilità penale scatta solo in caso di omissioni gravi e rilevanti.
Cassazione Penale, Sez. IV, sentenza n. 22249/2016: l’RSPP è stato escluso da responsabilità poiché aveva correttamente segnalato i rischi, ma il datore di lavoro non aveva adottato le misure proposte.
👉 In sintesi, l’RSPP non è un “capro espiatorio”, ma può rispondere penalmente se la sua condotta negligente o errata contribuisce in modo concreto a un infortunio.
Differenza tra responsabilità del RSPP e datore di lavoro
È fondamentale distinguere:
Datore di lavoro → ha la responsabilità primaria e non delegabile della sicurezza.
RSPP → ha una responsabilità tecnica e professionale, limitata ai compiti di consulenza e valutazione dei rischi.
Questo significa che, anche in caso di infortunio, il datore di lavoro rimane il principale garante. L’RSPP può essere chiamato in causa solo se la sua negligenza ha avuto un ruolo determinante.
Come ridurre i rischi di responsabilità per l’RSPP
Per tutelarsi, l’RSPP deve:
documentare sempre le valutazioni e le segnalazioni fatte al datore di lavoro;
fornire consulenze basate su norme, linee guida e buone prassi;
mantenere un costante aggiornamento professionale;
non sottovalutare mai i rischi, anche quelli apparentemente marginali.
👉 Una consulenza chiara e tracciata permette all’RSPP di dimostrare di aver svolto correttamente il proprio ruolo.
Conclusioni
La responsabilità del RSPP è un tema delicato: questa figura non ha compiti gestionali né decisionali, ma svolge un ruolo chiave di consulenza tecnica.
La responsabilità penale dell’RSPP può scattare solo in caso di errori o omissioni gravi, che abbiano contribuito direttamente a un infortunio.
Per i datori di lavoro e per gli stessi RSPP è fondamentale avere una visione chiara di questi confini, così da garantire una gestione corretta della sicurezza e ridurre il rischio di sanzioni e procedimenti giudiziari.
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